Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 4 Luglio 2022

487

«Imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà», «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata»: due frasi, due storie di fede e di salvezza che si intrecciano e spiccano in un racconto in cui sembra che la folla voglia fare da padrone. Possiamo immaginare Gesù circondato da una moltitudine di persone durante entrambi gli incontri, ma ciò che risalta, come un fermo immagine, è l’accostarsi intimo e personale con ciascuna delle due protagoniste.

La prima è una donna, che porta sé un dolore da dodici anni: potremmo immaginare che, sfiduciata, non creda più che qualcosa o qualcuno possa cambiare la situazione; invece, in un gesto allo stesso tempo disperato e fiducioso, tocca il mantello di Gesù, che la guarisce. Gesù non ha bisogno di grandi gesti, gli basta un tocco del mantello, gli basta il punto fin dove riusciamo a spingerci, purché, anche con goffi tentativi, tentiamo di avvicinarci a Lui. La seconda è una bambina, la figlia di uno dei capi, che è morta e di cui egli chiede la resurrezione attraverso l’imposizione delle mani.

Gesù non tentenna un attimo, si fa strada tra la folla e tra i flautisti, si fa spazio fra le formalità e la solenne religiosità del momento e prende per mano la bambina, la riporta in vita col più umano e semplice dei gesti. È forse proprio questo lo scandalo e la forza della fede cristiana: non solo un Dio che si è fatto uomo, ma un Dio che si rapporta all’uomo come uomo, quasi ricordando, lui a noi, la forza della nostra umanità, illuminata dalla fede.

Per riflettere

Rifletto su come anche un mio piccolo gesto possa rivoluzionare la vita, se fatto verso e con Gesù. Non ho bisogno di grandi e plateali preghiere perché Dio si accorga di me, ma posso parlare a Lui come ad un amico, come ad un uomo.

Preghiera finale

O Gesù, portiamo a te le nostre inquietudini,

i nostri dolori, le nostre ferite dell’anima e del corpo:

noi crediamo, o Gesù, che tu ci puoi guarire!

Risveglia Signore la nostra fede affinché sia forte,

affinché—come Maria—crediamo che tutto è possibile a te

e diciamo ora come Maria:

“Eccomi, Signore! Sia fatto di me secondo la tua parola!”.

Credo in te, o Signore!

(preghiera di guarigione del 28 settembre 2011 a Medjugorje)

AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi