Alle domande insidiose dei farisei e degli erodiani, Gesù risponde non cadendo nel loro gioco e mostrando come i due ambiti diversi, ciò che è di Dio e ciò che è di Cesare, debbano rispondere a logiche diverse.
Con la celebre frase non invita tanto coloro che si occupano di Dio a disinteressarsi della politica, ma piuttosto chiede di tenere i due livelli separati. Dev’esserci quindi una coesistenza pacifica e un rispetto di entrambe le autorità, terrene e di Dio, ma bisogna che le cose materiali restino a livello terreno, mentre la vera fedeltà sia dovuta solo a Dio.
Nella nostra vita quotidiana non riusciamo a separare ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare quando non viviamo in modo equilibrato e responsabile sia nel contesto spirituale che in quello temporale, quando permettiamo che le questioni materiali prevalgano sulle verità spirituali e quando non ci sforziamo di portare l’influenza dell’insegnamento di Gesù in tutte le aree della nostra vita e della società.
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Ogni volta che non riconosciamo che il vero tesoro è Dio e che niente ha più valore se lui non è al centro, allora non stiamo dando a Dio ciò che è di Dio. Chiediamoci quindi cosa ha la priorità delle nostre preoccupazioni, cosa riempie il nostro cuore e la nostra mente, e se Dio non è tra queste iniziamo a fargli spazio.
Per riflettere
Dove risiede il nostro vero impegno? Quando è che non diamo a Dio ciò che è di Dio? Quando è che non separiamo ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi