Commentiamo solo il brano della emorroissa. Uno degli episodi più commoventi del Vangelo, che bisognerebbe replicare dal vero, recitando e muovendosi nello spazio fisico descritto da Marco. Dobbiamo immaginarci una folla scomposta che segue il Signore, una folla piena di richieste e aspettative. La donna raggiunge Gesù “da dietro”.
Sa benissimo che non potrebbe porsi davanti al Signore, perché è impura. Tutti le impedirebbero di avvicinare il corpo di Gesù, la respingerebbero. L’impurità è contagiosa e pericolosa. Non è a caso che il male si trascina da dodici anni! La donna infatti non cerca di toccare Gesù, ma solo un lembo del mantello da dietro.
Ed ecco che Gesù si ferma e la scena d’improvviso cambia. Con la sua richiesta (“Chi mi ha toccato?”) Gesù modifica l’orientamento della scena e la donna che prima stava dietro gli appare davanti, anzi “gli si getta davanti”. Non è più una della folla, una anonima, come i discepoli suggeriscono con il consueto senso pratico. È una persona di fronte a Gesù.
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Ma è “impaurita e tremante”: sa che sarà accusata di aver reso impuro con il suo gesto il Maestro. Possiamo immaginarla a terra, con gli occhi abbassati, in attesa della punizione. E qui Gesù ribalta le attese e, invece della punizione, la chiama “figlia” e pronuncia un elogio altissimo: hai una fede così grande da dare salvezza. Non io ti ho guarito, ma la tua fede!
Per riflettere
La fede guarisce. Non nel senso banale di esonerarci dai problemi e dal dolore che sovente accompagna la vita degli uomini. Ma nel senso profondo di rigenerare, di ridare vita laddove la vita si è spenta. Per Gesù la guarigione fisica è sempre connessa alla fede in Lui.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi