Medita
Due storie parallele, ma con un filo conduttore unico. Dice Gesù alla donna: “Figlia, la tua fede ti ha salvata” e “Non temere, soltanto abbi fede” al capo della sinagoga.
Entrambi gli interlocutori sono disperati, per motivi diversi. Anni di sofferenza per la prima, la caduta nella disperazione a causa dell’improvvisa malattia della figlia per il secondo. Gli eventi si susseguono: Giairo che si prostra ai piedi di Gesù supplicandolo di accorrere ad imporre le mani sulla piccola, la donna che contemporaneamente lo tocca e guarisce, l’arrivo della comunicazione che la bambina è morta.
Gesù si rivolge ad entrambi invitandoli a rivolgere lo sguardo ed il cuore verso quella fede completa alla quale è promessa la salvezza eterna. Egli dà conforto e fiducia, assicurando alla prima una guarigione stabile con parole che testimoniano la bontà di Dio e la sua volontà di salvezza, con il secondo evitando di mettersi in mostra volendo tenere lontana una fede che si basa solo sui miracoli. Allontana tutti e prende con sé un gruppetto di testimoni qualificati, che a resurrezione avvenuta potranno narrare queste cose, e allora anche la risurrezione della figlia di Giairo apparirà sotto una nuova luce.
Rifletti
A coloro che lo toccano con fede, Gesù dona sempre guarigione e salvezza.
Prega
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve,
e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare
le cose divine e le cose umane.
O Signore, fa’ che la mia fede sia forte,
non tema le contrarietà dei problemi;
non tema le avversità di chi la discute,
la impugna, la rifiuta, la nega;
O Signore, fa’ che la mia fede sia umile
e si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo,
e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità alla Tradizione
e nell’autorità del Magistero della santa Chiesa. Amen.
Fonte: Ascolta e Medita – Gennaio 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Fanciulla, io ti dico, àlzati!
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 5, 21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Parola del Signore