Medita
La folla che cerca Gesù è una folla che viene descritta come fisicamente malata, in attesa di una miracolosa guarigione, ma la malattia del corpo sta ad indicare anche la malattia dell’anima, la fame di senso, la fame di bellezza che pervadeva i seguaci di Gesù e che è anche dentro di noi e quotidianamente sperimentiamo. Siamo una folla affamata, in ricerca della verità, di realizzazione della nostra persona.
Gesù ha compassione per questa folla: ne percepisce i bisogni, l’attesa, la disperazione o l’angoscia; e se ne fa carico. È deciso a sfamarli, a colmare e riempire di senso tutte quelle vite. E non va al risparmio, la misura della sovrabbondanza del Signore sono quelle sette sporte piene di avanzi; sette che è anche il numero della perfezione e della totalità per Israele, ad indicare la perfezione e la totalità dell’amore di Dio. Allo stesso modo noi, suoi discepoli, possiamo metterci in gioco con il prossimo.
«Chi di noi non ha i suoi “cinque pani e due pesci”? Tutti ne abbiamo! Se siamo disposti a metterli nelle mani del Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po’ più di amore, di pace, di giustizia e soprattutto di gioia. Quanto è necessaria la gioia nel mondo! Dio è capace di moltiplicare i nostri piccoli gesti di solidarietà e renderci partecipi del suo dono». (Papa Francesco).
Tutto ciò che sei, che sai, che hai, se messo in gioco, può sfamare l’umanità. Anche nella sua pochezza, nella sua miseria rispetto all’immensità del bisogno umano, nelle mani del Padre trova possibilità di vera moltiplicazione.
Rifletti
Quanti volti, quanti occhi, quante mani incrociamo ogni giorno. Che cosa guardiamo? Le rughe, le ostilità, i dubbi, le durezze. Se imparassimo invece a guardare i sogni, i palpiti, gli amori spesso così accuratamente nascosti? (Bruno Ferrero)
Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Patrizia Valleggi – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.