Gesù sa molto bene che nessuno è profeta nella sua patria. Ed infatti lui dice: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria ed a casa sua”. Infatti, lì dove non c’è apertura né fede, nessuno può fare nulla, nemmeno il Signore potrà fare molti prodigi. I preconcetti li impediscono. E Gesù stesso, pur volendo, non poteva fare nulla per essi. Il vangelo di Marco lo dice chiaramente: “E non vi poté operare nessun prodigio”.
Ecco che è il preconcetto che non permette al Signore di fare miracoli nella nostra vita. Lui è il figlio del falegname, come può insegnare? Lui è il figlio di Maria, una di noi, dove ha ricevuto allora “tutte queste cose”. Siccome è uno di noi, deve essere come noi; non può assurgere a insegnante, a uomo sapiente, a uomo che fa prodigi. Il preconcetto è lì: se è uno di noi, deve essere come noi. Nulla gli è concesso.
Ed invece è proprio lì il mistero: il verbo si fece carne e venne tra noi, come uno di noi. Ma, nonostante sia uno di noi, è il verbo e solo chi riesce a vederne la forza, nonostante sia uno di noi, riuscirà a riceverne tutta la grazia. Chissà quanti uomini i romani hanno giustiziato sulla croce, crudele abitudine dell’epoca.
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Ma solo chi riesce a vedere in quell’uomo, accomunato a tutti i briganti del mondo, il Verbo allora riceverà molti prodigi. Il buon ladrone a suo fianco sulla Croce ebbe la capacità di vedere in quell’uomo, del tutto uguale a lui nella disgrazia e nella sofferenza, il Buon Pastore ed è per questo che ricevette il prodigio più grande di tutti: un posto a suo fianco nel Regno dei Cieli.
Per riflettere
Sappiamo bene che nessuno è profeta in patria sua, ma sappiamo vedere i profeti che ci vivono accanto? Sappiamo, come il buon ladrone, vedere nei nostri fratelli la presenza del Signore? Sappiamo ascoltare chi ci sta accanto e leggerne interiormente le parole che possono venire dal Signore?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi