Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 31 Maggio 2021

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Non poteva finire il mese a lei dedicato senza che venisse proclamato forse il più bell’inno di lode a Dio, che vede Maria santissima come autrice! Inno nel quale, tra l’altro, ella, piccola, minuscola secondo il mondo, arriva ad affermare che «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata». E ci azzecca pure! Ci sono forse altre profezie che siano state quantitativamente meglio confermate dai fatti, in tutta la storia dell’umanità? Eppure i bookmaker avrebbero pagato un milione a uno la sua realizzazione, tanta era l’improbabilità dell’evento a viste umane.

Il Magnificat, ciò che in questo canto viene proclamato, è davvero tra le cose che meno si incastrano negli schemi umani. È un inno sapienziale, ma della sapienza secondo Dio, non secondo gli uomini. Nel giorno che declina, la Chiesa lo fa opportunamente meditare nella preghiera del vespro. E questo “ci torna” perché, oltre a delineare un ottimo programma di vita, in perfetta consonanza evangelica (cercare gli ultimi posti, non preoccuparsi dei beni materiali…), il Magnificat è anche una preghiera che aiuta a trarre un bilancio, in vista della sera della vita. Bilancio sulla vanità di tanti affanni che affliggono l’uomo sotto il sole, unitamente ad una riflessione su ciò che davvero conta, e che salva. Meditarlo, soppesarne a lume di ragione la solidità può indurre ad una salutare sterzata finale.

Nel brano odierno giganteggia, è evidente, la figura di Maria. Ma in esso gioca un ruolo non marginale anche un’altra donna. Elisabetta è la miccia che innesca il Magnificat. Il suo saluto alla Madre del Signore, inserito nella preghiera dell’Ave Maria, è stato ripetuto chissà quante volte dal popolo cristiano. Anche Elisabetta è un rebus per la sapienza umana. Lei e Maria, due donne che hanno molto da insegnare riguardo programmi e metodo di lavoro di Dio.

Per riflettere

Maria è la via immacolata più breve e più perfetta per conoscere e amare Gesù. Bisogna quindi che Maria sia più conosciuta ed amata, a maggior gloria di Cristo e della Santissima Trinità. (San Luigi Maria Grignion de Montfort)

Preghiera finale

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi