La vicenda della suocera di Pietro che, dopo essere stata guarita da Gesù, subito si alza in piedi e si mette a servizio degli apostoli ci insegna una grande verità: il modo migliore per ringraziare il Signore del suo amore verso di noi è riversarlo sugli altri con la concretezza dei piccoli gesti quotidiani.
L’incontro con Gesù cambia il nostro cuore, lo riempie di gratitudine che è fonte di gratuità verso i fratelli. Il mondo è colpito da grandi gesti altruistici seguiti da riconoscimenti e ammirazione, ma agli occhi di Dio valgono più gesti ripetitivi e nascosti come l’attenzione e la fatica di rinnovare l’amore a chi ci è più vicino (il coniuge, i figli, i colleghi di lavoro, i genitori, …).
L’amore autentico è sempre attivo, non si ferma, non ha bisogno di pause e neppure le desidera: quando si ama c’è sempre qualche cosa buona e gradita da fare per l’altro, e se non ci fosse la si potrebbe sempre inventare.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Ilaria Leonardo