I due miracoli narrati nei testi, quello della figlia di Giairo e quello della donna emorroissa, sono esemplari di una fede semplice che sfida le circostanze apparentemente disperate.
Credere ad ogni costo, anche di fronte a quella che sembra essere morte sicura, è questo che ci deve far muovere, come Giairo che cerca Gesù per aiutarlo con la figlia morente, nonostante gli venga detto che non c’è più speranza, che sua figlia è già morta. Questo atto di fede è simile a un battesimo, un rinnovamento e una richiesta di nuova vita. Gesù risponde a questa fede invitando Giairo a proseguire, nonostante le obiezioni della folla, e miracolosamente risveglia la ragazza.
Parallelamente, la donna emorroissa, sofferente di una malattia cronica e vergognosa che la isolava dal mondo, si fa spazio tra le persone che di solito la evitano e tocca il mantello di Gesù nella speranza di essere guarita. In mezzo a tutta quella folla, che cercava Gesù, e sicuramente toccava Gesù, lui riconosce distintamente un tocco fra quelli, riconosce la fede di chi l’ha toccato. La sua azione discreta ma carica di una profonda fede viene riconosciuta e Gesù la libera dalla sua afflizione fisica e spirituale. Così come la confessione libera dal peccato chi vi si avvicina con fede sincera, Gesù risponde alla donna, dicendole: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”.
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Entrambi i miracoli illustrano la potenza trasformativa della fede. In mezzo alla folla, Gesù riconosce le individualità e le necessità specifiche, rispondendo alla fede autentica con gesti di guarigione e liberazione. Questi episodi ci insegnano che, anche nei momenti di crisi e disperazione, la fede può aprire la strada all’azione di Dio, incoraggiandoci a “Non temere, continua solo ad aver fede”.
Per riflettere
Contempliamo il potere della fede, la compassione di Gesù e il suo desiderio di portare guarigione e speranza nelle nostre vite e nel mondo.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi