Isolati fuori dai centri abitati per la paura del contagio, i malati di lebbra soffrivano sia gli effetti della malattia sul loro corpo, sia gli effetti dell’isolamento a cui la malattia li condannava. La lebbra rappresentava il simbolo del loro peccato verso Dio e per questo venivano esclusi dalla vita sociale.
Non solo, in una società così attenta ai rituali come quella ebraica i lebbrosi erano del tutto esclusi anche dalla relazione con Dio, poiché non potevano frequentare il tempio, né compiere sacrifici. Quindi, secondo la Legge di Israele, non soltanto i lebbrosi erano stati puniti da Dio, ma non potevano nemmeno riconciliarsi con lui. Erano condannati.
In tutto questo si inserisce Gesù. Egli, dopo essere salito sulla montagna come Mosè, ha annunciato un nuovo Vangelo e un comandamento nuovo. Finito il discorso, Gesù non aspetta che gli altri salgano sulla montagna verso di lui ma scende, si fa vicino, il Dio con noi. In direzione opposta alle usanze degli scribi, che avevano inventato una religione per pochi, Gesù va incontro a tutti.
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Ed il primo che incontra è proprio un lebbroso, uno condannato dalla società, che non dovrebbe stare lì perché dovrebbe stare lontano da tutti (dagli scribi e dai maestri in particolare). Quindi il lebbroso ha infranto il divieto che gli è stato imposto dalla Legge ed è andato a cercare Gesù, pieno di paura, di vergogna e di speranza. E una volta incontrato il maestro si prostra ai suoi piedi. Egli non chiede di essere guarito ma purificato, non vuole che sia risanata la sua carne, ma la sua relazione con Dio. Se Dio lo vuole ancora.
E in questo atto di fiducia cieca, in cui il lebbroso si butta tra le braccia del Signore senza sapere se verrà accolto, Dio non lo lascia cadere. Infatti il nuovo maestro non solo infrange la regola del non incontrare un lebbroso, ma addirittura lo tocca. E lo purifica. Non è più il lebbroso a dover fare rituali per essere gradito a Dio, ma Dio stesso che infrange le leggi degli uomini e gli viene vicino per guarirlo. Dio ci vuole vicini.
Per riflettere
Qual è la malattia che ci spinge a stare lontani da Dio? Che ci fa sentire abbandonati? Riusciamo ad alzare gli occhi verso il Signore e a capire che lui ci accoglie?
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 8,1-4
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi