Quella narrata di questo brano non è la prima guarigione di un indemoniato operata da Gesù. Eppure, in questa ci sono alcuni elementi che attirano l’attenzione e sono quindi un buono spunto di riflessione. Un elemento interessante è che per questo indemoniato non c’è distinzione tra notte e giorno, e tutto il tempo lo passa a colpirsi.
Quando il demonio è in noi lo schema della nostra vita si scardina e tutto sembra uguale. Trasponendolo nel nostro quotidiano, non ci succede, ad esempio, di perdere la concezione del tempo guardando la televisione, o lo schermo del telefono? O quando ci lasciamo prendere dalla pigrizia non abbiamo la sensazione che il tempo si trascini sempre uguale?
Gesù fa uscire lo spirito impuro e ci riporta all’ordine. La guarigione è come una nuova creazione dell’uomo e, come nella Genesi, la creazione è separazione, distinzione: tra notte e giorno, tra ciò che è bene e ciò che è male. Gesù ci richiama al nostro nome, ci ricorda che siamo fatti per il bene.
È interessante anche lo “spostamento” dello spirito impuro ai porci, e il loro precipitare nel mare. Quando questo demonio, in diversa misura, abita in noi, siamo tristi e insoddisfatti, e possiamo avere la tentazione di “buttarci via”. Invece è importante capire quali sono gli atteggiamenti, le situazioni, che sono come “i porci”, e sono quelle che dobbiamo far precipitare in mare.
La scena dei porci, se la raffiguriamo nella nostra mente, fa impressione, un vero carnaio. Ma indica che la guarigione operata da Gesù non è senza conseguenze, ci invita a gesti forti e decisi.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi