In questo brano del vangelo di Luca, Gesù, dopo essere stato battezzato da Giovanni nel Giordano e aver sperimentato le tentazioni del demonio nel deserto, si trova a Nazaret, il piccolo paese dove è cresciuto, dove tutti lo conoscono come il “figlio di Giuseppe”. Egli, in giorno di sabato, entra in sinagoga e, come era usanza, sceglie di leggere un passo della Scrittura. Il brano che si trova davanti è quello di Isaia 61, nel quale il profeta proclamava l’anno di grazia del Signore. L’anno giubilare doveva riportare concretamente sulla Terra quello che era il progetto di Dio, cioè creare una comunità di fratelli concretamente pacificata dalla liberazione degli schiavi e dalla ridistribuzione delle terre.
Questo tempo di grazia, nel quale gli uomini possono riconoscersi come fratelli e dunque figli di un unico Padre, è inaugurato da Gesù, che dà inizio alla sua vita pubblica innestandosi nella tradizione (legge Isaia; cita Elia ed Eliseo), cioè nell’obbedienza alla Parola di Dio—dunque, al Padre—che da sempre accompagna la storia del popolo d’Israele. Gesù fa anche un passo ulteriore: egli afferma che quella Parola ora si compie in Lui, che è Parola di Dio incarnata. La fedeltà e la misericordia, con le quali Dio aveva sempre seguito le vicende del suo popolo, hanno ora un volto: quello di Gesù. Sta a noi adesso non rifiutarlo e, accogliendolo nella “patria” del nostro cuore abitato dallo Spirito, seguirlo nel suo e nostro cammino.
Preghiera finale
Gesù, sei nel mio cuore,
io credo nel tuo amore fedele per me.
Proteggimi come una madre.
Aiutami ad essere pura come Te, ad essere povera come Te,
obbediente come Te e servire gli altri come Tu hai servito.
Proteggimi dal male che mi vuole distruggere,
custodiscimi nel tuo cuore, perché io ti appartenga.
Nulla mi separerà dal tuo amore.
Gesù, mite e umile di cuore,
rendi il mio cuore mite e umile come il tuo.
Io ti appartengo, e poiché ti appartengo così totalmente
Tu puoi fare di me qualsiasi cosa ti piaccia,
Tu mi puoi usare, Tu mi puoi mandare,
Tu mi puoi tenere nascosta, Tu mi puoi dare
gioia e sofferenza, io ti appartengo
e nulla mi separerà dal tuo amore.
(Madre Teresa di Calcutta)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi