Mettiamoci nei panni della madre dei figli di Zebedeo: due figli giovani, aiuto al padre nell’attività di famiglia, di punto in bianco abbandonano barca e reti per seguire un maestro che insegna e fa guarigioni. Fatiche, rinunce, mancati guadagni: per arrivare a cosa? Quale finalizzazione? Ogni madre desidera per i propri figli la realizzazione di una vita buona, anzi la migliore possibile, e pazienza se i compagni di apostolato avranno da ridire.
Un’altra madre, Maria, forse sta lottando con questi stessi interrogativi: certamente anche per lei non è facile accettare le scelte di questo figlio così diverso dagli altri, che ha parole inusuali (beati i poveri, chi vuole essere grande deve farsi servitore del prossimo…), che annuncia per sé persecuzione, condanna a morte e anche una incomprensibile resurrezione. Maria si fa domande, ma non fa domande: osserva tutto e conserva nel cuore.
Ed ecco il giorno della crocifissione. Se la croce è il trono da cui Cristo regna, per Giovanni si è adempiuta la richiesta della madre: Giovanni sta accanto al re, ma in un modo del tutto estraneo alle logiche del mondo, di sicuro non quello che avrebbe desiderato la sposa di Zebedeo.
“Ecco tua madre” (Gv 19, 27): sotto la croce Giovanni viene nuovamente generato. Con lui si inaugura un nuovo modello di maternità in cui madre non è la donna che pretende garanzie per il successo dei figli, ma colei che li affida incondizionatamente all’amore di Dio.
Per riflettere
Molti di noi—padri, madri, educatori, sacerdoti, catechisti—sono chiamati ad accompagnare altri all’incontro con il Signore. Talvolta è prevalente in noi il desiderio di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti, piuttosto che la realizzazione dei disegni di Dio. Preghiamo per essere purificati e desiderare solo che si compia la sua volontà.
Preghiera finale
Santa Maria donna obbediente,
tu che hai avuto la grazia di camminare al cospetto di Dio,
fa’ che anche noi, come te, possiamo essere capaci di cercare il suo volto.
Aiutaci a capire che solo nella sua volontà possiamo trovare la pace.
E anche quando egli ci provoca a saltare nel buio per poterlo raggiungere,
liberaci dalle vertigini del vuoto e donaci la certezza
che chi obbedisce al Signore non si schianta al suolo,
come in un pericoloso spettacolo senza rete,
ma cade sempre nelle sue braccia.
(Don Tonino Bello)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi