Medita
Gesù e i discepoli sono appena tornati dalla loro missione di conversione dei popoli e Gesù esulta di gioia nello Spirito Santo: la gioia di Gesù è profonda, reale, perché è un riconoscimento di ciò che Dio compie per l’umanità. Ritorna spesso nel Nuovo Testamento la parola “gioia”: essa è e deve essere infatti una caratteristica della comunità cristiana e Gesù per primo la sperimenta e la testimonia.
A questo punto Gesù rende lode al Padre, lo ringrazia e lo benedice pubblicamente. Lo immagino carico di emozione, con le lacrime agli occhi per la letizia provata, con la voce tremante ma sicura, con il corpo proteso verso l’alto e poi verso i discepoli; ad indicare tutta la sua devozione, la sua fiducia e il suo amore per il Padre e per l’umanità.
Queste cose il Padre le ha nascoste ai sapienti e ai dotti e le ha rivelate ai piccoli: sono nascoste per gli scribi, i farisei e tutti coloro che sono duri di cuore, ostili nell’aprirsi alla Parola di Dio. La rivelazione invece riguarda i piccoli, i semplici, gli ingenui, coloro che sono inesperti della legge, non istruiti; e che, proprio per questo, si affidano a Gesù e si lasciano inondare dalla sua benevolenza.
Gesù conclude l’inno rivolgendosi ai discepoli: Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. L’essere umano ha bisogno dei sensi per conoscere e credere: tutto deve passare al vaglio dei sensi per essere accolto. Ma Gesù, a noi che non vediamo, chiede di fare un passo in più: chiede di credere senza vedere, sentire, toccare, chiede di affidarci; chiede, cioè, di avere fede.
Rifletti
Ho sperimentato nella mia vita la gioia di cui parla Gesù? Ho qualcuno vicino che la testimonia? Come posso condividerla?
Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Patrizia Valleggi – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Gesù esultò nello Spirito Santo.