I protagonisti di questo brano sono due discepoli: di loro sappiamo solo che uno si chiama Cleopa, null’altro. Dalla descrizione delle loro azioni riusciamo però a comprendere benissimo il loro stato d’animo.
In questo momento di sgomento i loro piedi servono solo a fuggire, la loro bocca per litigare, i loro occhi per non vedere se non i propri deliri, il volto è scuro, il cuore bradicardico nel credere, ma palpitante per tutte le loro fantasie, la testa è “senza testa”. In questo momento la loro vita va in direzione contraria, fugge da Gerusalemme, dal centro della vita.
Ecco, è in loro che avviene il vero miracolo. Attraverso cosa? Dapprima tramite l’ascolto della Parola che durante tutto il tragitto Gesù spiega. Ed in particolare cosa decide di spiegare di tutta la Scrittura? Proprio la Sua Passione. Pian piano comincia a scaldarsi il cuore, si riempie la testa e finalmente si aprono gli occhi e i due discepoli riconoscono il Signore allo spezzare del pane.
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A questo punto fanno ritorno a Gerusalemme cambiati, “risorti” a nuova vita. I piedi servono ormai per tornare alla comunità e per fare il cammino stesso di Gesù. La bocca serve ora per annunciare il Regno di Dio. Gli occhi servono ora per riconoscere la presenza viva del Signore nel povero e nel fratello. Il cuore è incapace di resistere all’Amore ricevuto dal Padre e destinato ad essere condiviso. Questo è l’effetto del Vangelo.
Questo è il miracolo che ogni domenica dovrebbe essere capitato in ciascuno di noi in questi anni, leggendo il Vangelo, e ricevendo l’Eucaristia. Abbiamo incontrato il Vivente nella sua Parola e nel Pane e ci ha fatti passare dalla morte alla vita, dalla desolazione, dalla tristezza alla luce, alla gioia, alla comunione con gli altri.
Per riflettere
Quando hai riconosciuto il Volto del Signore? Quando qualcuno ha riconosciuto nel tuo agire il Volto del Risorto?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi