Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 3 Aprile 2022

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«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? […] Neanch’io ti condanno». Gesù chiamato a giudicare un caso e ad esprimersi, per essere poi accusato a sua volta, non si cura dei tranelli tesi a farlo cadere in errore, ma ha a cuore la persona che ha di fronte. Nei suoi confronti egli sembra provare compassione e mettersi “nei panni” della vicenda. Nonostante egli sia senza peccato e dunque, teoricamente, l’unico in grado di scagliare la pietra, non giudica ma perdona.

Si pone nell’ottica del peccatore, comprende il suo senso di colpa e lo stridore dei suoi sentimenti, quelli della donna adultera come di quelli che hanno deciso di non ucciderla. Vi è qui un’anticipazione di quello che sarà il suo sacrificarsi con cui prenderà su di sé e toglierà i peccati del mondo. Quel farsi carico dell’errore altrui, infatti, ha anche il senso di saper guardare nel cuore degli uomini e saperli perdonare, fare la conoscenza del peccato pur senza averlo mai commesso.

Cristo allo stesso modo ci invita a non chiudere gli occhi, perché ad assumere questo sguardo—come lui fa con noi—scorgeremo sempre un uomo o una donna che soffre, anche senza esserne consapevole. Ci congeda inoltre dicendoci che il perdono è sempre anche una missione: «Va’ e d’ora in poi non peccare più». Dal momento in cui comprendiamo dove noi e gli altri abbiamo sbagliato, siamo chiamati a farci propagatori di quel bene, di quella consapevolezza.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Monica e Giuseppe Lami
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi