Medita
Con il brano di oggi terminano le letture tratte dal capitolo 14 del vangelo di Matteo. Nella prima parte di questa pericope troviamo anche un testo che mediteremo nel vangelo della celebrazione eucaristica di domenica 9 agosto.
Dopo il segno della condivisione dei pani e dei pesci tratto dalla lettura di ieri, il Maestro è ben lungi dal gloriarsi della celebrità ottenuta. Fugge dalla folla, evita facili trionfalismi, si apparta anche dai suoi amici. Non è la prima volta, né sarà l’ultima. Cambia la destinazione: a volte è il deserto, in questa occasione un monte.
Il Nazareno non ama appellativi che possono fraintendere se non falsificare le ragioni della sua presenza tra di noi. Egli è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, venuto a portare la salvezza per tutti. I segni compiuti dal Nazareno costituiscono parte della pedagogia di Gesù che progressivamente cerca di presentarsi per quello che effettivamente è: il Salvatore.
Si servirà, in molte occasioni, delle parabole e dei discorsi. Non mancano, come nella lettura di oggi, anche gesti di guarigione. La sua fama era dovuta anche dalle parole pronunciate, ma, come ancora oggi, episodi clamorosi o gesti che superano l’ordinarietà sono potente veicolo di notorietà.
Forse, tuttavia, pochi (e tra questi gli stessi discepoli) avranno percepito come la guarigione impartita dal Galileo fosse un gesto di totale misericordia di Dio nei confronti dei più deboli. Non è specificato quale malattia colpiva quanti furono guariti. Matteo tace anche su altri aspetti: i guariti lo consideravano un abile medico? Nessuno, poi, si preoccupa di ringraziarlo, né di seguirlo. Possibile?
Non serve: l’essenziale emerge con chiarezza. Dio è pura misericordia. Ci ama anche senza essere ricambiato.
Rifletti
Dio è puro amore. Il Figlio nasce per salvarci. Gesù muore sulla croce per salvarci. Torna dal Padre, aprendo la strada del Regno, il cui accesso non è impedito a nessuno. Ci viene chiesto di abbracciarne e vivere le condizioni. Amare tutti: senza chiedere nulla in cambio. Puro Amore.
Prega
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza
e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”.
Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi dai sacerdoti”.
E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce,
e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio,
all’infuori di questo straniero?”.
E gli disse: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”.
(Vangelo secondo Luca 17, 11–19)
AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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