Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 29 Novembre 2022

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È un momento di grazia per la comunità dei discepoli, che sono stati inviati nei villaggi e nelle campagne a preparare la visita di Gesù. Hanno sperimentato l’accoglienza, hanno compiuto miracoli, hanno visto perfino i demoni sottomettersi a loro.

È un momento di grazia anche per Gesù, che riconosce la potenza del Padre nella semplicità dei piccoli e dei poveri. Non vi sono, infatti, fra i discepoli sapienti e dotti, ma la buona notizia si fa comunque strada; anzi, si fa strada proprio perché gli annunciatori sono povera gente, che lascia parlare la Parola, senza anteporre ad essa la propria persona.

E quindi Gesù chiama beati i suoi discepoli, non tanto perché hanno avuto in sorte di incontrarlo come uomo nella sua avventura su questa terra, ma perché i loro occhi sono stati capaci di riconoscerlo come Signore. Molta altra gente ha visto Gesù camminare per le strade della Palestina e non l’ha saputo riconoscere.

Due brani evangelici si possono collegare a questo: “Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»” (Lc 11, 27 -28).

“Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»” (Gv 20, 29).

Tommaso, i discepoli, la stessa Madre di Gesù non hanno avuto facilitazioni nella loro fede per il fatto di aver vissuto con Gesù nella sua esperienza umana. Hanno creduto, hanno ascoltato la parola di Dio, l’hanno osservata col cuore semplice dei piccoli e dei poveri: per questo—e solo per questo—sono beati e possono esultare nello Spirito, sapendo che i loro nomi sono scritti in cielo.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi