Medita
Il brano che oggi meditiamo fissa due punti: sull’attenzione che bisogna dare ai segni dei tempi (Lc 21, 29–31) e sulla speranza, fondata nella verità della parola di Dio, che scaccia la paura e la disperazione (Lc 21, 32–33). È uno sguardo attento, che non tralascia niente: guardate il fico e tutte le piante, quando germogliano saprete che l’estate è vicina.
“Tutte le piante” può essere messo in parallelo con “tutte le cose” del v. 32, indicando che tutto davvero si realizzerà secondo la parola del Signore, e nessuna cosa rimarrà estranea al suo mistero. Solo le parole del Signore non passeranno; le altre dimensioni, anche grandi, anche belle, passeranno; ma la sua parola non passerà. Occorre interpretare i segni dei tempi. Per noi, Gesù è già in mezzo a noi (Mt 28, 20). È già accanto a noi nella lotta per la giustizia, per la pace e per la vita. Ma la pienezza non è ancora giunta.
Il regno di Dio verrà a noi con la stessa certezza con cui a suo tempo viene l’estate. Gesù non ci comunica una scadenza esatta, perché “nessuno conosce il giorno e l’ora, se non il Padre” (Mt 24, 36; Mc 13, 32). Per questo bisogna essere vigilanti e guardare con occhi attenti, per capire che arriva il tempo del giudizio, la fine del mondo. Quando? Ora, oggi, domani, sempre. Non sappiamo, ogni secondo può essere quello giusto, allora è facile da prevedere, perché è sempre.
Eppure siamo distratti perché non valorizziamo il tempo che viviamo, dobbiamo capire con quale obiettivo viviamo. “La parola di Dio dura sempre” (Is 40, 8), dobbiamo fondare su di essa la nostra vita. Questa parola ci dà la certezza che il Signore viene. Viene come è venuto allora; e allo stesso modo verrà alla fine. “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre”.
Rifletti
Siamo chiamati a vivere il presente, costruendo il nostro futuro con serenità e fiducia in Dio. La parabola del fico che germoglia, come segno dell’estate ormai vicina (cfr. vv. 28–29), dice che la prospettiva della fine non ci distoglie dalla vita presente, ma ci fa guardare ai nostri giorni in un’ottica di speranza. È quella virtù tanto difficile da vivere: la speranza, la più piccola delle virtù, ma la più forte (Papa Francesco, dall’Angelus del 15 novembre 2015).
Gesù chiede di guardare il fico per contemplare i fenomeni della natura. Nella mia vita ho imparato qualcosa contemplando la natura? Gesù dice: “Il cielo e la terra scompariranno, ma le mie parole non scompariranno”. Come incarno nella mia vita queste parole di Gesù?
Fonte: Ascolta e Medita – Novembre 2019 curato da Patrizia Valleggi – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21, 29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Parola del Signore