HomeVangelo del GiornoArcidiocesi di Pisa - Commento al Vangelo del 29 Aprile 2024

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 29 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 11, 25-30

Questo brano evangelico segue quello in cui Gesù rimprovera le città di Corazin, Betsaida e Cafarnao perché non gli hanno creduto nonostante i prodigi che lì aveva fatto. E rimprovera quella attuale generazione perché non ha creduto né a Giovanni né a Lui.

Parla di generazione e di bambini e ciò fa capire che saranno altri a comprendere il suo messaggio, e che non lo saranno i dotti ancora troppo vincolati al rispetto dei 613 comandamenti o prescrizioni che i giudei estrapolavano dalle sacre Scritture.

Il suo, in fin dei conti, è un comandamento molto semplice: amare Dio sopra ogni cosa e amarsi gli uni gli altri come Lui ci ha amati. In questo consiste l’invito “ad andare a Lui” rivolto a tutti quelli che sono stanchi e oppressi: oppressi appunto dalla ossessiva ottemperanza di quelle innumerevoli prescrizioni ed il cui rispetto rende faticosa la vita.

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E da qui l’invito ad imitarLo nella mitezza e nella umiltà di cuore, che poi sono i presupposti dell’amore; perché, come dirà San Paolo, la carità, cioè l’amore, è paziente, è benigna, non si gonfia, non si vanta, non manca di rispetto, non si adira, non tiene conto del male ricevuto.

E saranno questi atteggiamenti e comportamenti gli unici che potranno dare ristoro e rendere la vita più serena e meno pesante. Ma Gesù parla anche di giogo dolce. Il riferimento non è casuale. Il giogo è una trave di legno centralmente attaccata ad un carro e arcuata alle estremità per poggiare sul collo di una coppia di buoi.

Una coppia, appunto! L’invito, altro presupposto dell’amore, è ad una vita di relazione. Insieme per condividere le gioie e per meglio affrontare i dolori e rendere la vita più dolce.

Per riflettere

I mezzi di comunicazione di massa inducono oggi ad una comunicazione virtuale che mette in disparte la fisicità dei rapporti interpersonali. Ne viene di conseguenza un crescente isolamento che lascia soli di fronte alle difficoltà della vita e priva noi e gli altri dell’aiuto che proviene anche soltanto da una stretta di mano o da un sorriso. E la vita ci diventa amara e pesante.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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