In questa pagina evangelica ci sono tre punti che inducono ad una riflessione, o che possono guidarci nella riflessione. Il primo punto è la rivelazione fatta ai piccoli e non ai sapienti e ai dotti. Il secondo è la stanchezza e l’oppressione alla quale si contrappone il “giogo” leggero di Gesù. Il terzo punto è una riflessione sulla parola “giogo”.
Domandiamoci, allora e intanto, chi potevano essere i dotti e i sapienti. Fra essi possiamo sicuramente annoverare i Farisei, caratterizzati da rigorismo etico e da uno scrupoloso formalismo nell’osservanza della legge e della tradizione mosaica. C’erano poi i Sadducei, anch’essi ligi nell’osservanza della legge ma limitatamente a quella scritta. E c’erano i Leviti, focalizzati sugli aspetti rituali. E cosa è stato nascosto a questi sapienti e rivelato ai piccoli, o, in realtà, alla gente comune? Ebbene! Cosa è stato rivelato si legge poco prima sempre nel testo di Matteo a proposito di Giovanni il Battista (Mt 11, 10), ovvero che Giovanni è il “nunzio” mandato a preparare la via a Gesù. Ossia, implicitamente, che Gesù è il Messia.
Ed ora è facile rispondere anche al secondo punto: cosa poteva determinare stanchezza e oppressione? Certamente non il cammino di penitenza e conversione proclamato da Giovanni Battista, ma la legge, con i suoi “innumerevoli” precetti e la ritualità imposta dalla classe dotta e sacerdotale.
Ed infine il giogo. Cos’è il giogo, e perché è leggero? Il giogo è uno strumento in legno utilizzato per attaccare i bovini ad un carro. È uno strumento che si pone sul collo di una coppia di bovi. Come dire che la legge di Gesù non si vive in maniera intimistica e da soli, ma si vive insieme ad altri. È un amare come lui ci ha amati ed è quindi un mettersi in relazione con gli altri, così come Dio, mediante l’incarnazione, si è messo in relazione con gli uomini. E questo mettersi in relazione e renderci compartecipi delle gioie e delle sofferenze degli altri rende il tutto più bello e più “leggero”.
Per riflettere
Quanto, nell’agire quotidiano, scegliamo realmente il “giogo” di Gesù? O quanto, invece, siamo soliti preferire una presunta sapienza, oltretutto scartando i pesi più gravosi, oppure ci pacifichiamo con l’osservanza di una scarna ritualità? Domandiamocelo per capire quanto nel nostro vissuto prevale l’egoismo rispetto all’amore cui ci richiama Gesù.
Preghiera finale
O Padre, che in Cristo Signore
hai posto la Tua dimora fra noi,
donaci di accogliere costantemente la Sua Parola
per essere tempio dello Spirito a gloria del Tuo nome.
(colletta del 17 gennaio 2021)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi