Mentre le tenebre avvolgono il mondo, sul monte la forza della preghiera unisce cielo e terra. Di buon mattino la voce di Cristo comincia a chiamare dodici tra i suoi discepoli per farne degli apostoli; scandisce i loro nomi, dodici nomi, tanti quanti i figli di Giacobbe: dodici storie, un’anima sola e soprattutto uomini liberi di accettare o meno l’amore del Signore Gesù, di credere o meno alle sue Parole, di aderire o meno alla sua Missione. Non un arido elenco, ciascuno chiamato per nome con infinita tenerezza, ciascuno sognato da sempre con quel volto e con un preciso compito.
Gesù scende a valle, nelle fragilità, nella piccolezza, nella vulnerabilità. In forza di quella buia notte di preghiera e di quel giorno pieno di Luce, ancora oggi quella voce chiama e affascina, converte e salva.
«Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti» e la sfida cristiana è il mondo, una valle di impotenza, di dolore, di bisogno e urgenza della forza sanate di Cristo.
Se Gesù ha chiamato i Dodici, che erano così imperfetti, può chiamare e scegliere anche noi; l’importante è seguirlo con fede e con totale abbandono alla sua Grazia: “Signore, che ci hai accolti alla tua mensa nel glorioso ricordo dei santi Apostoli Simone e Giuda, per il tuo Spirito operante in questi misteri confermaci sempre nel tuo amore”.
Se ci siamo sentiti amati nella nostra fragilità e in essa abbiamo visto la possibilità di essere parte del progetto di Dio, allora significa che siamo chiamati ad amare i nostri fratelli allo stesso modo, come Lui ci ha amati, nella loro miseria. Perché Dio ci ha insegnato a raggiungerli nel loro nulla, nella loro notte spirituale.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa