Mi immagino la folla in ascolto e la voce dolce del Maestro che per farsi comprendere da tutti sceglie di annunciare la Parola narrando racconti brevi e semplici: le parabole.
Attraverso esempi e similitudini il racconto diventa quasi una visione e tutti, ascoltando, possono immaginare e capire meglio una realtà che sembra troppo grande e complessa.
Così il regno di Dio che viene paragonato ad un seme, il più piccolo che esista, ma che diventerà l’albero più grande sotto il quale ogni essere potrà trovare riparo e conforto.
Il messaggio è chiaro. Anche noi come l’uomo della parabola dobbiamo semplicemente seminare, non occorre fare altro. Il resto accadrà senza ulteriori sforzi; il seme crescerà e diventerà una pianta che darà frutto. Dunque Gesù ci dice che dobbiamo saper aspettare, dobbiamo avere fede e pazienza per poter assaporare i frutti che matureranno, nel tempo che Egli sa.
Gettando semi buoni concorriamo alla realizzazione del Regno di Dio.
Ogni giorno con costanza mettiamo nel nostro terreno piccoli gesti-seme: una parola di conforto, un consiglio, un gesto di carità, una preghiera, un po’ di tempo per chi è nel bisogno, un sorriso… Si svilupperà un albero grandioso che offrirà protezione a quanti incontriamo e, da esso, raccoglieremo frutti di bene, di gratitudine, di amore, di consolazione, che colmeranno il nostro cuore di una gioia che può venire solo dal Cielo.
Per riflettere
Come contribuisco alla realizzazione del Regno di Dio sulla terra? Getto nel terreno della mia vita buoni semi e sono paziente nell’attendere i frutti che il Signore mi vorrà donare?
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Angela Castino, Edoardo Cortese, Domenico Coviello
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi