Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 28 Febbraio 2022

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L’ultima meditazione della Parola del mese di febbraio sembra un saluto rivolto a quanti si riconoscono in quel “tale”. Non ha un nome, ma mostra di aver intrapreso un cammino guidato dalla Parola e dalla figura del Nazareno.

Non conosciamo altro di lui. Eppure i suoi gesti e le sue parole sono molto significative. Ha chiara la méta da raggiungere e la persegue. Forse comprende che manca ancora qualcosa, pur mostrandoci di conoscere Gesù. Si rivolge a lui chiamandolo Maestro. E sappiamo che è vero. Gli si inginocchia, quando altri, parlando con l’Emmanuele, non compiono questo gesto, scelto da altri meno sapienti. Il “rimprovero” del Galileo non è per l’appellativo ma per l’aggettivo. Gesù è Maestro, ma desidera far capire che insegna qualcosa che già conosce e rifiuta qualcosa che non gli è certo nuovo.

Conosce la Parola e in questo caso le dieci Parole. La frequenta, la studia e senz’altro la prega. È importante soprattutto se la trasformiamo in una Parola viva e vissuta.
Alle dichiarazioni di intenti devono seguire i fatti, cioè lo stile di vita del cristiano che, nelle difficoltà che sperimentiamo ogni giorno, testimoniano la nostra fede nel Signore.

La richiesta di vendere i beni per darne il ricavo ai poveri rimanda a contesti noti nella Parola, dove l’apparente assurdità della richiesta si scontra con azioni concrete che invece la realizzano. E basterebbe gettare uno sguardo al di fuori della Parola stessa per incontrare protagonisti della fede cristiana che hanno voluto accettare l’invito del Risorto e compiere esattamente quanto richiesto al “tale” della pericope. Conosciamo tutti la scelta di san Francesco d’Assisi. Qualche decennio prima, anche san Ranieri, patrono di Pisa e della nostra Diocesi: “impossibile agli uomini, ma non a Dio”!

Per riflettere

La Parola è tagliente: non lascia indifferenti. Sa colpire nel profondo mettendo di fronte il nostro stile di vita con il messaggio predicato da Gesù. Chi può farcela? L’uomo che si converte e che rinuncia a quella falsa ricchezza che è l’autosufficienza per abbracciare la povertà di chi ha bisogno. Di Dio e dei fratelli.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Massimo Salani
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi