Innocenti vittime di superbia e prepotenza. Nasce il Salvatore ma nonostante questo si consuma una strage crudele e disumana. Nessun dolore mette a dura prova la tenuta della nostra sensibilità e della nostra fede quanto il dolore innocente. La morte dei bambini che perdono la vita per soddisfare la brama di potere di un uomo non può essere accettata né giustificata in nessun luogo e nessun tempo.
Erode è passato alla storia come un uomo paranoico che temeva le cospirazioni contro il suo potere e contro la sua vita. Non riesce a capacitarsi del fatto che i Magi non abbiano obbedito ai suoi ordini. L’ego del sovrano, abituato all’obbedienza degli altri, viene improvvisamente scalfito in modo doloroso. Erode non riesce ad accettare la libertà di chi ha di fronte. Il suo egoismo lo spinge a fare passi sempre più terribili.
Il crimine di Erode colpisce l’intera comunità locale, a dimostrazione del fatto che il male non può essere compiuto privatamente e senza conseguenze per gli altri: colpisce sempre persone specifiche. La portata del peccato supera di solito l’immaginazione di chi lo compie. Il male rimane in gran parte inconsapevole, perché non siamo pienamente consapevoli di cosa e come gli altri ne vengono colpiti.
Erode agisce non tanto contro Gesù Bambino, quanto contro la vita, contro la pace e contro la libertà. La paura di perdere potere, per quanto piccolo o grande sia, e la paura della morte, e la negazione della libertà altrui porta come frutto disperazione, dolore innocente e morte. Ancora oggi assistiamo a questi drammi. Ancora oggi sentiamo il grido delle lacrime di madri e padri, vediamo il dramma di fughe dalle case, delle divisioni delle famiglie, dell’accoglienza ostile.
Ed ecco Gesù che viene a liberarci dalle paure ed egoismi che ci portano a soccombere alle negligenze e al male. Perché la missione di Cristo era diretta a curare l’uomo proprio da queste paure: paura della morte, paura della libertà e della perdita del potere.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Il commento di oggi è proposto da Gabriela Rogowska.