Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 27 Maggio 2023

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Questa pagina segna la fine del Vangelo di Giovanni, che si riconosce come “il discepolo che Gesù amava” e si rivolge direttamente ai suoi lettori. Mi soffermo sulla parte finale del testo. Giovanni parla di una testimonianza, parla perché ha vissuto, perché avendo vissuto non può tacere. Ma la frase finale è quello che più colpisce la mia attenzione: ci sono tante cose che Gesù ha fatto e che non sono scritte nei Vangeli. Di fronte a questa affermazione, con il libretto che contiene i quattro Vangeli (e le lettere Apostoliche!) in una mano, mi viene da chiedere ai Santi evangelisti: “Perché non avete scritto di più? Voglio sapere!”. Mi domando: “Se sapessi di più, la mia fede sarebbe più fondata?”, “Se sapessi di più sarebbe più facile credere?”. Mi chiedo “Cosa ci è taciuto?”.

Riconosco questo pensiero e questo sentimento in me, lo riconosco come molto umano. Mi metto di fronte alla prima lettera apostolica di Giovanni, al capitolo 4 (cfr. 1Gv 4, 12). Non mi domando, col piglio dello storico, se il narratore è lo stesso, la leggo in chiave sapienziale, come Scrittura Rivelata. Il discepolo amato può dire “nessuno ha mai visto Dio”, lo può dire onestamente. A maggior ragione mi sento allora libera di dirlo io, senza che questo tolga qualcosa o metta in crisi la mia fede.

Penso all’esperienza degli anni con Gesù come un’esperienza così forte e immersiva che non si può scrivere, va vissuta. Prima si vive, in silenzio, poi si racconta, si testimonia, infine si scrive, condensata, ripensata, perché rimanga per tutti. Così è anche per certe esperienze forti della vita.

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Di fronte a questa pagina di Vangelo rimango con ciò che so e con ciò che non saprò mai in questa vita. Rimango però anche con l’insegnamento del maestro e con la testimonianza, complessa e non riducibile, del discepolo amato.

Per riflettere

Sarebbe stato più facile credere se fossi vissuta ai tempi di Gesù? Sarebbe stato più facile mettere in discussione la mia pratica religiosa se fossi stata una farisea, accettare un Messia giudeo se fossi stata una samaritana, convertirmi sentendo parlare un profeta degli ebrei se fossi stata una cittadina romana mandata in Palestina dalla capitale? Pormi queste domande mi aiuta e mi sfida, e getta una luce su come è fatta la mia fede. Provo a immedesimarmi.

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 21,20-25

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi