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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 27 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 13, 24-30


La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo. La “notte” della parabola è, dunque, l’invidia del diavolo, il divisore, il nemico che attenta all’unità, alla comunione, all’obbedienza, all’amore, cercando di conquistare gli uomini per dividerli, da Dio prima e tra loro poi.

Proprio su questo punto della “divisione” trovano senso le parole con le quali il Padrone risponde ai servi che volevano “raccogliere la zizzania”: non dovevano “dividere” prima del tempo il bene dal male. Certo, questo non significa restare indifferenti al male, scivolando nel relativismo stolto del mondo.

Anzi, come dice il beato Paolo VI, “qualunque sia l’esperienza, il quadro che abbiamo davanti agli occhi, delle condizioni morali del nostro tempo, della società, degli esempi che ci si offrono, giammai dobbiamo perdere il senso del bene e del male; né devono esistere confusioni nella nostra anima; il nostro giudizio sia sempre preciso, nettissimo: sì, si; no, no. […] Il giudizio morale, per un cristiano, ha da essere severo, rettilineo, costante, limpido e, in un certo senso, intransigente. Bisogna dare alle cose il loro proprio nome: questo si chiama bene, quello si chiama male”.

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E proprio per non mescolare e confondere zizzania e grano, per avere un giudizio nettissimo e limpido, il Signore ci invita a prendere coscienza che la zizzania è una realtà, ma il pericolo più grande non viene da lei, ma dall’illusione che, sradicandola, si risolva il problema della sofferenza, del dolore degli innocenti, del male nel mondo. In queste parole di Gesù vi è condensato tutto il realismo cristiano così lontano dalle ideologie e dalla mentalità del mondo.

Su di esso si fonda l’autentico e infallibile discernimento che Dio ha donato alla sua Chiesa. Essa, infatti, è nata dal costato trafitto di Cristo sulla croce come il frutto benedetto del suo combattimento vittorioso con il nemico. A questo realismo, che fonda il discernimento sugli eventi, siamo chiamati tutti. Senza di esso non sapremo stare al mondo, compiendo giorno per giorno la missione affidata alla Chiesa.

Per riflettere

L’atteggiamento del padrone è quello della speranza fondata sulla certezza che il male non ha né la prima né l’ultima parola. Dio è paziente, sa aspettare. Egli guarda nel “campo” della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. (Papa Francesco)

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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