Bicchiere d’acqua, macina da mulino, mano, piede, occhio, sale. Tutte immagini molto concrete ma decisamente asimmetriche. Quelli che offrono anche solo un bicchiere d’acqua non perdono la ricompensa. Sono quelli di fuori, sono dei “chiunque” non specificati, quindi quelli che i discepoli incontrano per le strade quando vanno a predicare. Non gli viene chiesto nulla, un bicchiere d’acqua è sufficiente.
Ma a quelli di dentro, ai discepoli che ragionano su come organizzare la comunità, stabilire i criteri di inclusione e decidere i ruoli, Gesù assegna dei criteri provocatori e impossibili nella loro assolutezza. Pretendi di decidere chi sta dentro la comunità sulla base di criteri morali?
Guarda che basta scandalizzare un ragazzino per meritare una punizione terribile, una morte per acqua agghiacciante. All’epoca la vita di un bambino valeva poco o nulla. Vuoi stabilire le regole? Bene, guarda che per imporle agli altri devi osservarle tutte senza eccezioni, devi essere pronto alle conseguenze delle tue azioni—e vai con una scena di taglio di mani, piedi e occhi.
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Dalla sproporzione tra questi criteri emerge il pensiero di Gesù: non si entra nella comunità per meriti morali, perché qualunque legge morale portata agli estremi è impossibile da sostenere. Si entra per la misericordia di Dio, di fronte alla quale le nostre differenze sono poca cosa.
Per riflettere
L’immagine del sale, altre volte usata da Gesù, è particolarmente potente perché non si è trovato nessun materiale che abbia le stesse proprietà. Il sale è salato. Cosa intende Gesù per “perdere il sapore?”. Sembra una cosa contradditoria. È come se ci dicesse: sei salvo per grazia, sei salato per dono e costituzione. Sciogliti nel mondo e vedrai.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi