Non esiste alcun peccato che Dio non possa perdonare, non esiste alcuno che possa restare escluso dalla sua misericordia; neanche il peggiore tra i pubblicani, uomo tra i più disprezzati al tempo di Gesù. Neanche noi, oggi, così come siamo, con i peccati che ci affliggono e dai quali non riusciamo proprio a liberarci.
Occorre però avere l’atteggiamento del pubblicano, ovvero riconoscersi peccatore e indegno di rivolgersi a Dio, evitando di presentarsi al Signore con l’atteggiamento di chi va ad incassare un credito o a ottenere una grazia come contraccambio di meriti guadagnati con le proprie opere. Accostiamoci al saramento della Confessione come il pubblicano è salito al tempio, e torneremo a casa giustificati, felici della misericordia di Dio e desiderosi di conversione.
Il fariseo non sente il bisogno di conversione perché, ingannato dal demonio, crede di meritare il paradiso, non sapendo però che si tratta di un paradiso contraffatto al cui centro aveva messo il suo ego. E così, proprio il Tempio dove incontrare Dio era diventato la passerella dell’ipocrisia. Come spesso è la nostra vita, che diviene un’autocelebrazione non-stop. Voler essere cristiani ma allo stesso tempo preoccuparsi di piacere al mondo, di non rischiare niente della nostra reputazione a causa della fedeltà a Cristo, preoccuparsi prima del consenso e del quieto vivere che della coerenza al Vangelo, come per il fariseo, ci impedisce di tornare a casa giustificati. È quello che accade a “chi presume di essere giusto e disprezza gli altri”.
Come noi che, prigionieri di un Io sconfinato che si crede “diverso”, “nullifichiamo” il prossimo.
Per riflettere
Il pubblicano “sta a distanza”, ma nello stesso tempo confida. Ecco l’atteggiamento giusto verso Dio. Sentirsi indegni di lui, a causa dei propri peccati; ma confidare nella sua misericordia, proprio perché egli ama il peccatore pentito. (San Giovanni Paolo II)
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Monica e Giuseppe Lami
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi