Subito dopo la festa di Natale la liturgia ci presenta e ci invita a meditare la figura di santo Stefano, uno dei sette diaconi e primo martire (protomartire), secondo il racconto degli Atti e la tradizione della Chiesa. Ogni anno questa memoria ci mette in qualche modo a disagio, perchรฉ sembra interrompere drasticamente la gioia appena vissuta. E il passo evangelico di Matteo, che la liturgia ci presenta, amplifica questo contrasto, questo stupore.
Possiamo tuttavia immaginare che proprio Stefano ci indichi come andare al cuore del mistero dellโIncarnazione, aiutandoci a uscire da tutti quegli elementi esteriori che oggi rischiano di offuscare la festa del Natale. La testimonianza di Stefano ci rimanda alla nostra vocazioni di testimoni e ci ricorda che non รจ compito facile, ma richiede forza e coraggio. Ci ricorda perรฒ che non siamo soli, che lo Spirito, che ci sostiene sempre, รจ ancora piรน vicino a noi nel momento della difficoltร .
Stefano, che nella sua morte rimanda a quella di Gesรน stesso, ci sollecita a scoprire lโautentico discepolato. I vangeli dellโinfanzia, che ci hanno accompagnato nel cammino di Avvento, infatti, sono giร una anticipazione delle esigenze radicali del vangelo.
Di fronte alla testimonianza di Stefano, possiamo ricordare le parole della Lettera agli Ebrei: ยซAnche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciรฒ che รจ di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesรน, colui che dร origine alla fede e la porta a compimentoยป (Eb 12, 1โ2).
Per riflettere
Essere a servizio del Signore (diaconi) nella chiesa significa essere testimoni; testimoni coerenti e credibili perchรฉ la fede non sia espressa solo a parole ma dia forma alla vita, a tutta la vita. Cosa possiamo rivedere della nostra testimonianza e del nostro stile di vita cristiano?
FONTE: Ascolta e Medita โ Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi