Oggi, festa di Stefano, primo martire, la liturgia ci presenta un brano del vangelo di Matteo (Mt 10, 17–22), tratto dal così detto Sermone della Missione (Mt 10, 5–42). In esso Gesù avverte i discepoli dicendo che la fedeltà al vangelo comporta difficoltà e persecuzioni: “Vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle sinagoghe”.
Ma per Gesù l’importante nella persecuzione non è il lato doloroso della sofferenza, bensì il lato positivo della testimonianza: “Sarete condotti davanti ai governanti e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani”.
È quanto avvenne con Stefano. Nell’ora della sua morte disse: “Vedo il cielo aperto, ed il Figlio dell’Uomo in piedi alla destra di Dio” (At 7, 56). E nel cadere morto sotto le pietre imitò Gesù gridando: “Signore, non imputar loro questo peccato!” (At 7, 60; Lc 23, 34).
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Gesù aveva detto: “Quando vi consegneranno nelle loro mani non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. Questa profezia si compì anche in Stefano. I suoi avversari “non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava” (At 6, 10). “E tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo” (At 6, 15). Stefano parlava “pieno di Spirito Santo” (At 7, 55). Per questo, la rabbia degli altri era così grande che lo linciarono.
Anche oggi succede la stessa cosa. In molti luoghi molte persone sono trascinate dinanzi ai tribunali e sanno dare risposte che superano la saggezza dei dotti e dei sapienti (Lc 10, 21).
Per riflettere
Mettendoti al posto di Stefano, hai sofferto qualche volta a causa della tua fedeltà al Vangelo? La semplicità del presepe e la durezza del martirio vanno di pari passo nella vita di Santi e Sante e nella vita di tante persone che oggi sono perseguitate fino alla morte a causa della loro fedeltà al vangelo. Conosci da vicino persone così?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi