I farisei hanno traviato se stessi, riducendo la fede a formalismo esteriore, ad atteggiamenti fatti per guadagnare facile consenso, ma che indirizzano le persone alla via della perdizione. Con le loro dispute teologiche aride e astratte impediscono a se stessi un rapporto diretto e sincero con il Signore e distolgono il cuore dei fedeli dall’aprirsi a Dio.
Il passo del Vangelo ci richiama alla nostra responsabilitร di cristiani, impegnati ad aiutare gli altri a scoprire la bellezza della vita cristiana, la bontร della misericordia di Dio, la gioia della salvezza, per suscitare libere e sincere adesioni a Gesรน e alla sua Chiesa. ร un compito che non riguarda solo educatori e di catechisti, ma tutti, perchรฉ ogni cristiano con la propria vita รจ testimone della propria fede.
L’insegnamento di Gesรน ci ricorda l’obbligo di trasmettere con fedeltร il messaggio del Vangelo, e di renderlo visibile senza inutili protagonismi. Succede anche a noi, qualche volta, di metterci โdavantiโ alle porte di quel Regno, non a servizio di esso, ma facendocene garanti e padroni, quasi delle guardie del corpo, che hanno privilegi e diritti di fronte alle altre semplici persone.
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Il Regno si identifica, nel nostro messaggio, con noi stessi che ne facciamo parte, secondo noi, di diritto. E cosรฌ, proprio magari mentre stiamo parlando, predicando e insegnando il Regno, ecco che lo nascondiamo e lo chiudiamo agli altri, oltre che a noi stessi, perchรฉ agli altri mostriamo solo quello che siamo noi.
Per riflettere
Siamo sempre fedeli al Vangelo, all’ annuncio del suo messaggio, senza pretendere di possederlo e senza voler mostrare noi stessi al posto di Gesรน Salvatore?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi