Medita
Ieri abbiamo letto delle eco “pubbliche” della predicazione di Gesù. Oggi invece leggiamo delle risonanze private che si sviluppano all’interno della comunità dei discepoli più vicini al Maestro. Abbiamo saltato una pericope del Vangelo, quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci, un “bagno di folla” in cui è facile per Gesù lucrare un consenso facile, basato sulla soddisfazione del bisogno immediato di cibo. Un consenso che Gesù certamente non cerca e non desidera, e rispetto al quale vuole forse chiarire la sua posizione con i suoi amici più intimi. Chi è veramente per loro Gesù?
Pietro risponde, e chiaramente non solo a proprio nome: in quanto capo costituito dal Signore a capo della Chiesa, la sua risposta, che in altri Vangeli viene riconosciuta come ispirata dallo Spirito Santo, è la risposta che tutta la Chiesa presenta al suo Salvatore. “Cristo” significa “unto”, perché con l’olio si ungevano coloro che ricevevano una speciale consacrazione da Dio, come i profeti ed i re. Dunque riconoscere Gesù come Cristo significa riconoscerlo come l’uomo da ascoltare per sentire la voce di Dio, da seguire per mettersi sulla strada di Dio e da imitare per diventare simili a Dio.
Ma Gesù sa che il fraintendimento è facile: essere il Cristo di Dio significa cercare una gloria diversa da quella che il mondo cerca, che è la gloria della croce. I discepoli ci metteranno un po’ per digerire il boccone, quindi meglio approfittarne per fare un piccolo ripassino: lo stile di Dio non è quello dell’appariscenza, dello scandalo, della gloria terrena, ma quello del servizio, fino, se necessario, all’offerta della propria vita. Anche gli apostoli sperimenteranno lo stile della croce una volta che avranno ricevuto la forza dello Spirito Santo.
Rifletti
Quando professiamo Gesù Cristo nostro Signore pensiamo a cosa questo vuol dire? Ci sforziamo profondamente di accogliere i sacrifici che ci vengono chiesti come un’occasione di santificare la nostra vita conformandola a quella di Gesù?
Prega
Signore, noi crediamo
che tu sia “il Cristo di Dio”,
ma la nostra fede è sempre fragile
ed è difficile trasformare queste parole nella nostra vita.
Donaci ogni giorno il fuoco della Pentecoste,
perché le parole che sussurriamo appena
diventino un urlo di speranza per tutto il mondo.
AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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