Dopo l’annuncio di avvenimenti carichi di angoscia e terrore, Gesù rende più quieto il tono del suo discorso, prendendo come immagine quella del fico. Come le sue gemme, che annunciano l’estate vicina, sono segni di un tempo che sta per arrivare, così gli avvenimenti di cui ha parlato in precedenza, a dispetto delle loro apparenze terribili, sono segni del regno di Dio che si fa strada.
La storia ha una direzione e va verso il ritorno di Gesù, che verrà, come proclamiamo nel simbolo di fede, a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine. Non è un percorso lineare e privo di contraddizioni, sia a livello personale che di comunità e di popoli. Gesù lo ha fatto capire con la massima chiarezza in questo ultimo discorso prima della sua passione. Quello che si chiede al discepolo e alle chiese è la perseveranza e l’intelligenza dei segni.
Se i segni “terrorizzanti” portano a vedere la storia nel suo dipanarsi verso la venuta finale del Signore, il segno semplice del fico racconta di una vita quotidiana che si rinnova di anno in anno, apparentemente ripetitiva, ma sempre nuova e diversa. Quante gemme del fico ha visto ciascuno di noi nei suoi anni? Quante ne vedremo ancora? Nel tempo che ci viene donato il regno di Dio si sviluppa e cresce nella nostra vita.
Nessuna generazione, nemmeno la nostra, passerà senza che ci sia un compimento, perché quelle doglie del parto che la creazione tutta intera vive nel corso della storia, attendendo la liberazione e l’adozione a figli, sono le stesse che percorrono la vita di ogni credente, fra periodi tranquilli e periodi difficili, ma sempre in attesa di un regno già presente, seppure intravisto in modo impreciso.
E come nel travaglio del parto è di grande sostegno la presenza dell’uomo, che parla con dolcezza alla sua donna per accompagnare il suo dolore e rinnovare la speranza della nascita ormai prossima, il Signore promette alla sua Chiesa di rimanere sempre presente e vicino con la sua parola, fino a quando lui sarà tutto in tutti.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi