Gesù si è fatto conoscere grazie ai suoi insegnamenti e ancor più grazie ai suoi segni, e aumenta il numero delle persone che si rivolgono a lui. Sono persone che hanno fame, che sono bisognose, e lui ne è consapevole: alza gli occhi verso la folla e vede la realtà. Di fronte a questa situazione di necessità, mette alla prova i suoi discepoli. Prima Filippo, che fa subito una valutazione della situazione, considera i costi e deve riconoscere che non ci sono i mezzi per dare da mangiare a tutte quelle persone. Interviene allora Andrea, che quantifica il cibo effettivamente a disposizione e si rende conto che questo non è minimamente sufficiente per sfamare la folla. Le risposte dei discepoli non sono dettate da avarizia: anzi, essi vorrebbero sinceramente aiutare quelle persone, ma come fare? La realtà dei fatti dice loro che questo è impossibile.
Di fronte a questa logica contabile, Gesù non ribatte, ma agisce mostrando un modo diverso di affrontare tale realtà. Fa sedere la folla e poi rende grazie per quei cinque pani e due pesci. Non recrimina contro il Padre che gli ha dato così poco, non se la prende nemmeno con la folla di sprovveduti che non ha pensato a portarsi da mangiare. Non si lamenta, ma agisce con il poco che ha. E la novità, la Pasqua di cui si parla all’inizio del brano, è proprio che con questo poco Cristo sfama tutti, che la vita viene fuori in abbondanza proprio là dove sembra che non ci sia più. Questo miracolo è conosciuto come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma il termine “moltiplicare” non si trova nel testo. Piuttosto, il vero miracolo è la condivisione, per cui non conta avere tanto o poco, ma dare tutto al Signore. È la logica della fraternità che libera dalla schiavitù del possesso, il pane spezzato che sazia la nostra fame di vita.
Per riflettere
Quali sono i miei cinque pani e due pesci? Elenco sette qualità che posso mettere al servizio dei fratelli.
Preghiera finale
Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.
(Papa Francesco, Fratelli Tutti)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi