Si conclude oggi, nella memoria della conversione-vocazione di san Paolo, la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e la liturgia ci sollecita a meditare il capitolo 16 del vangelo di Marco: l’invio in missione in tutto il mondo. Nella storia questo mandato di Gesù è stato accolto, il messaggio evangelico possiamo dire che sia arrivato davvero a tutto il mondo, ad ogni creatura. Purtroppo è arrivato da cristiani che, lungo i secoli, si sono divisi tra loro. Se Gesù aveva pregato per l’unità dei suoi discepoli, nella storia questa unità è venuta meno e rende ancora oggi difficile l’annuncio del vangelo in tanti Paesi. Una testimonianza difficile, sofferta. Eppure ci sono oggi segni di speranza ai quali guardare con fiducia.
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La settimana di preghiera appena conclusa, indica, a partire “dal basso”, un cammino significativo, un desiderio profondo di unità, di riconciliazione, di dialogo, di comprensione, di accoglienza reciproca, di fraternità. Se il Signore ha pregato per l’unità, oggi lo preghiamo perché perdonando le nostre divisioni, ci doni il coraggio di ritrovarci, tra fratelli e sorelle, nel suo nome. Anche per noi è il tempo di una conversione che, come per san Paolo, è anche vocazione.
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Allora uniti nell’amore potremmo compiere i segni dei credenti: scacciare i demoni della divisione, parlare un linguaggio nuovo, non temere i “serpenti velenosi”, guarire dalle nostre chiusure e dai nostri pregiudizi. Ci sostenga il Signore che invochiamo con le stesse parole che lui stesso ci ha insegnato e che confessiamo nella fede comune espressa dai primi concili.
Per riflettere
Ci capita di pregare e lavorare per l’unità dei cristiani? Oppure lo facciamo solo in questi giorni? Ci informiamo sui cammini che esistono per dialogare, accogliersi reciprocamente, condividere, riconoscere il molto che ci unisce?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi