Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 24 Febbraio 2022

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Il tema delicatissimo presentato nel brano precedente è ripreso nel testo di oggi. Il Maestro si spende perché i discepoli comprendano che tutti sono invitati a percorrere il cammino che porta al Regno. E, al di là delle aspettative solo umane che attraversavano gli stessi discepoli, mostrare loro che molti sono i chiamati che, in modi diversi, vivano la gioia di portare la buona novella.

L’immagine del bicchiere di acqua, nella sua semplicità, suggerisce il piccolo gesto, come il poco lievito, capace di grandi trasformazioni.
Nascono dalla mancata comprensione di questa consapevolezza le dure parole pronunciate dal Nazareno. Quanti hanno il compito di portare la gioia della venuta dell’Emmanuele devono evitare il rischio di allontanare i più fragili tra le creature che sono i primi destinatari dell’annuncio. I piccoli sono in altri testi a fianco delle vedove, dei poveri, dei malati. Sono gli esclusi. Dunque, sono i destinatari privilegiati della buona notizia di un Dio misericordioso. Molti sono i chiamati a svolgere questo servizio.

A loro, come a tutti i battezzati, Gesù pone davanti la responsabilità della missione assegnata. Un compito che deve tradursi nella trasmissione corretta del messaggio del Nazareno portata da chi vive nella quotidianità quanto professa con le parole. Diversamente, anziché annunciatori credibili, saremmo portatori di scandalo.

Ieri come oggi, se non siamo i primi a dare corpo al messaggio del Signore, rischiamo di deludere e di allontanare gli altri. La vocazione dei discepoli, in cammino con il Risorto mettendosi alla sua sequela, è continuamente messa alla prova dai fatti che registriamo nel Vangelo. Ma non per questo sono esonerati dal loro mandato. L’Emmanuele non li lascerà soli. Lo Spirito Santo accompagnerà la prima Chiesa e noi tutti chiamati a rendere testimonianza del Dio misericordioso.

Per riflettere

Gesù usa volutamente un linguaggio che doveva essere compreso da tutti. Quindi anche noi possiamo attingere alla Parola per comprendere cosa ci viene richiesto. Essere sale, dare sapore alla nostra vita mettendoci al servizio degli altri e del Risorto. Contro il rischio di essere insipidi possiamo invocare lo Spirito Santo che ci renda pronti in ogni situazione. Sull’esempio del Signore.


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Massimo Salani
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi