Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 24 Dicembre 2022

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Ci sono persone che come Zaccarìa in un tempio hanno perso la fede, per poi ritrovarla a casa. Zaccarìa fu un sacerdote, uno che ha passato nel tempio buona parte della sua vita a compiere gesti santi e pronunciare le parole delle Sante Scritture; ma quando Dio si è palesato davanti a lui la fede di Zaccarìa è apparsa molto debole. Nonostante questo Dio non rinuncia alla sua promessa, ma si fa trovare ancora più vicino. Dio entra nella casa di Zaccarìa ed Elisabetta, nella quotidianità dei gesti e dell’unione tra le persone.

La casa di Zaccarìa ed Elisabetta diventa un tempio dove Dio è presente e dove vuole farsi trovare. Zaccarìa riprende il suo cammino verso il rinnovamento della fede in silenzio, guardando come di giorno in giorno Dio rimane fedele e che nulla per lui è impossibile.

“È un amore edificato per sempre; nel cielo rendi stabile la tua fedeltà”—recita il salmo di oggi. La fedeltà di Dio non necessità la nostra. Quando Zaccarìa apre la bocca per lodare Dio, parla della sua tenerezza e misericordia. Padre Zaccarìa scopre l’amore paterno di Dio che in noi vede sempre i figli prediletti e ci dona grazia in abbondanza perché potessimo ereditare il suo regno.

“Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?” (2 Sam 7, 5), chiede Dio a re Davide preoccupato che la casa di Dio non sia all’altezza. Il Signore non vuole casa di cedro, è lui che piuttosto offre la casa ai suoi figli e vuole abitare nelle case che costruisce Lui stesso: nelle relazioni, nell’amore, nelle famiglie. Perché Dio è amore e viene ad abitare tra noi.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

Il commento di oggi è proposto da Gabriela Rogowska.