Quale profondo legame col Padre! Gesù è così unito al Padre che non parla a nome proprio, ma sempre a nome del Padre: è il riflesso fedele del Padre, riferisce le parole che Lui Gli ha detto.
Chi vede Gesù vede il Padre: “Colui che mi ha mandato”. Mandato per una missione difficile ma accettata con coraggio, con la dedizione di un figlio che è in realtà molto di più di un figlio: “Chi vede me, vede Lui”. Mandato a portare luce, speranza, salvezza.
Quante volte Gesù ha ripetuto queste parole e non è stato capito; è frainteso, accusato, ma ancora è disposto a perdonare: “Io non condanno”. A Gesù non interessa condannare nessuno, decidere chi deve salvarsi e chi deve dannarsi. La sua venuta è per tutta l’umanità: siamo liberi di accoglierlo o rifiutarlo.
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Questa è la grande potenza della nostra religione: Dio Padre ci lascia liberi, non si può costringere nessuno ad accettare qualcosa che non si vuole.
Le braccia di Cristo e di Colui che l’ha mandato sono sempre aperte per il perdono. Il comandamento di Dio è per la vita eterna, cioè per le felicità e la pienezza di vita; eppure questi sono doni che, come tali, vanno accolti. Lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio: abbiamo la salvezza a portata di mano e Lui sarà con noi nell’ultimo giorno.
Per riflettere
Quanto siamo disposti ad ascoltare il richiamo che il Padre fa attraverso suo Figlio? Il richiamo all’ascolto, alla conversione che ci porterà alla salvezza. Abbiamo il coraggio di mettere da parte i nostri punti di vista per ascoltare la voce dello Spirito che ci parla non solo attraverso i testi sacri, ma anche attraverso coloro che ci sono accanto?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi