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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 20,27-40

La promessa della resurrezione è l’architrave della buona novella annunciata da Gesù: “se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati” (1Cor 15, 16–17).

Che senso ha credere al Vangelo, alle beatitudini, alle promesse di Gesù se poi, alla fine, la nostra vita sarà in ogni caso ingoiata e distrutta dalla morte? Eppure di cosa sia veramente questa vita dopo la morte sappiamo molto poco. Lo scambio di cui leggiamo oggi viene impostato in maniera molto giuridica dai sadducei, ma è per Gesù l’occasione di raccontarci qualcosa di questa sfuggente realtà futura.

Prima ancora del loro rigore legalistico, penso che il grosso peccato dei sadducei sia la loro scarsa fantasia. Non sapendo molto di come sarebbe questa ipotetica vita futura non riescono a fare altro che immaginarsela come quella di ora: rapporti codificati, centrati sulla questione della discendenza, sull’ineluttabilità della morte e quindi sulla necessità di definire come questa influisca sui rapporti matrimoniali e patrimoniali; rapporti sterili, perché nonostante tutti i tentativi questa discendenza non arriverà mai. I sadducei danno per scontato che anche la vita futura sarà così, raggiungono una conclusione impossibile e deducono per assurdo che la vita futura semplicemente non può esistere.

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Ciò che promette Gesù è invece completamente diverso: non c’è più la morte ad organizzare i rapporti tra uomini; non c’è più il problema di determinare “di chi è” la donna (come se fosse un pacco), perché siamo tutti figli di Dio, e dunque fratelli e sorelle tra di noi.

Per riflettere

Nella nostra vita attuale siamo in qualche modo costretti a sentire alcune persone come più vicine o più lontane, e imbrigliare alcuni nostri rapporti in regole che ci stanno strette ma delle quali non possiamo fare a meno per la nostra limitatezza. Facciamolo, è necessario, ma non soffochiamo la nostalgia per un Regno di Dio in cui le realtà terrene saranno superate da una libertà che al momento facciamo fatica anche solo a immaginare.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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