Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2023

713

Il brano di oggi chiude il quinto capitolo del vangelo di Giovanni, riprendendo le tematiche presenti nelle pericopi precedenti. Gli interlocutori del Maestro sono ancora i Giudei; sono coloro che sono arroccati sulla legge consegnata a Mosè ed in attesa di un Messia ancora assente.

Gesù, che ha a cuore tutti e che nasce, muore e risorge per tutti, continua nello sforzo di presentare sé stesso ai Giudei servendosi di un linguaggio che ha radici nei testi del Primo Testamento, e quindi ben conosciuto da scribi, farisei e osservanti. Non solo: il Maestro chiama in causa anche un personaggio ben noto all’epoca capace di intuire la buona novella dell’Emmanuele.

Giovanni, detto il Battista, parente del Nazareno, è un apripista della nuova stagione di salvezza e molto importante e rispettato da tutti per le sue posizioni e per la sua coerenza di fede. Ma i Giudei non lo ritengono un testimone credibile: più che conoscere chi fosse veramente quel Galileo erano alla ricerca di “prove” contro l’Agnello di Dio. Del resto sappiamo dalla Parola che i seguaci del Battista saranno anche i primi a far parte del gruppo dei Dodici! Al palato degli avversari di Gesù non risultava credibile.

- Pubblicità -

Gesù invita, allora, i Giudei a riflettere sul terreno da molti arato anche in profondità: le Scritture. Le stesse che assegnavano al sabato un ruolo molto preciso e sul quale Giudei e Nazareno offrono letture diverse. L’evangelista è molto preciso nel riportare le parole del Risorto: sono le stesse letture e Mosè, colui che ricevette le tavole della legge, che danno testimonianza a Gesù.

Le dieci Parole e il Primo Testamento, ben noti ai farisei, agli scribi e alle scuole presenti all’epoca di Gesù, consegnavano una fase di storia di salvezza che preparava una seconda con l’arrivo del Messia. Al quale il Battista, il precursore del Salvatore, non era degno di sciogliere i calzari.

Per riflettere

Le dieci Parole sono un testo molto importante per ebrei e cristiani. Una lettura rigorosa di quei versetti, tuttavia, porterebbe anche a non farsi immagini di Dio: come avviene ancora oggi, ad esempio, nelle sinagoghe. Gesù di Nazaret è Dio che prende carne, il Verbo che ha vissuto con le creature, l’Agnello di Dio presentato dal Battista. Ai Giudei viene rimproverato di non accogliere il messaggio di Gesù. A tutti noi viene chiesto l’ascolto della Parola e lo sforzo di viverla.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi