Per delimitazione cronologica, nessuno dei vangeli ci parla del giorno di Pentecoste, che è invece descritto da Luca negli Atti degli Apostoli (prima lettura odierna). Nel Vangelo c’è però il preannuncio della venuta dello Spirito Santo, ed è proprio quello che leggiamo nella pericope giovannea di oggi.
Si dice che la missione pubblica di Gesù sia durata tre anni, un tempo sicuramente sufficiente al Signore non solo per dire e per fare “tante cose”, ma anche per formare compiutamente i suoi discepoli. Al giorno d’oggi in tre anni si può addirittura prendere una laurea, sia pure di quelle brevi! E in effetti il racconto di Giovanni non sembra suggerire che la preparazione dei discepoli richiedesse solo “più tempo”. Per questo bastava, forse, solo ritardare il contrasto duro con la classe dirigente che gravitava intorno al tempio. Il problema ha piuttosto a che vedere con le capacità. Gesù è esplicito: «Per il momento non siete capaci di portarne il peso». Ma è chiaro che “quel peso” nessun altro sarebbe stato in grado di portarlo, non solo gli Apostoli. Nessuno, senza un intervento dall’alto.
Tutto appare, ancora una volta, logico. Hai voglia di dire «cose nuove con autorità» e guarire ammalati e indemoniati. Sappiamo bene che, passata la festa… Per essere credibile fino in fondo Gesù doveva prima patire, morire e poi risorgere; e questo, in base a quello che gli stessi vangeli narrano, sembra non fosse ancora sufficiente. È solo grazie all’intervento dello Spirito Santo che gli Apostoli sono riusciti finalmente a comprendere, a mettere in fila tutti gli eventi accaduti. Solo a quel punto si sono resi conto che “tutto torna”. Una volta messa a posto l’intelligenza delle cose, lo Spirito ha poi dato loro anche il coraggio di mettere in gioco la stessa vita.
I destinatari “canonici” della illuminazione portata dallo Spirito Santo sono ovviamente gli Apostoli e i loro successori. Ma lo Spirito di Dio, sappiamo, è come il vento e non solo soffia dove vuole, soffia soprattutto dove più c’è bisogno. Pentecoste viene per tutti, ed è tanto più urgente che venga proprio laddove più forte è l’intensità della luce necessaria per diradare le tenebre dell’ignoranza e per infondere il coraggio della testimonianza.
Per riflettere
Lo Spirito Santo è colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: “Gesù è Signore”. (Benedetto XVI, omelia del 12 giugno 2011)
Preghiera finale
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi