Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Gennaio 2023

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Intorno a Gesù iniziano a serpeggiare dubbi da parte di chi, convinto di avere la verità in tasca, non riesce ad accogliere la novità del Vangelo. L’esito dei suoi segni però è evidente: che Gesù sia in grado di scacciare i demòni non possono negarlo neanche gli scribi. Quello che fanno quindi è accusarlo di ambiguità, affermando che il potere gli sia dato da Satana.

Don Fabio Rosini ci ricorda che l’insinuazione degli scribi, il “giocare fra il bene e il male con un lavoro di ambiguità”, è rappresentativo di ciò che fa il peccato, che vuole confonderci, come il serpente con Eva. Gesù risponde in modo molto duro che non esiste, invece, una via di mezzo fra bene e male.

“Satana non lavora per il bene, può al massimo lavorare per il falso bene, può convincerci che un male è un bene o può nascondersi dentro il bene in una maniera tale che quel bene sia infettato e portato al male, ma non c’è via di mezzo. […] Con il Signore Gesù non si può fare a metà. E con il peccato, con il vizio non si può fare a metà. Finché non c’è questa inimicizia in noi, finché una dipendenza non ci è antipatica non la combattiamo, finché da un peccato non desideriamo uscire, Dio non ci può liberare.

Non è che ci svegliamo una mattina e abbiamo smesso con un vizio così per magia, no! Dio ci chiederà permesso e questo permesso noi glielo diamo vero, autentico—e non così, in un momento emozionale su cui poi ritorniamo un minuto dopo—perché abbiamo vera antipatia per il male. Nessuno esce da una schiavitù finché non odia lo stato di schiavitù.

Molto spesso uno ama il proprio stato di schiavitù, perché ama la dipendenza, perché la dipendenza dà sicurezza, perché la libertà è anche una condizione di insicurezza, di incertezza; è più facile far scegliere che farsi portare nella libertà e poter scegliere. […] Ma il Signore Gesù non è ambiguo: viene e non possiamo farlo convivere con ciò che con Lui è totalmente incompatibile”.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi