Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Febbraio 2023

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Abbiamo già letto questo brano parallelo qualche giorno fa, nel capitolo 8 del Vangelo di Marco. Abbiamo visto che la croce è stata la prova suprema d’amore di Cristo per noi. Lui lo ha scelto, non è stato costretto. E nemmeno costringe noi, ma ci lascia come sempre piena libertà; ci dice: “Se qualcuno vuole venire dietro a me”.

Quando incontriamo qualcuno che vorremmo conoscere meglio, lo invitiamo ad uscire in libertà, non certo con la forza. Gesù non ci ordina di seguirlo, ci invita. E poi ci insegna, se vogliamo, come fare a seguirlo. Come un maestro, Egli è ben disposto a condividere il suo sapere, ma se un allievo non ha la volontà necessaria ad imparare non esiste metodo al mondo che permetta di infondergli il sapere in modo coatto.

La condizione per poter seguire Gesù è quella di rinnegare se stessi: non nel senso di rinnegare la propria vita, ma nel senso di essere disposti ad abbandonare i propri schemi per seguirne di nuovi, e di rinunciare all’abitudine di pensare solo a sé per rivolgere lo sguardo verso l’esempio di Cristo sulla croce.

Se infatti rimaniamo a girare su noi stessi, prefissandoci degli obiettivi che si riveleranno presto o tardi fallimentari perché frutto solo di una nostra limitata visione, finiremo per perdere il tempo e quindi la vita, invece di salvarla, cioè risparmiarla per ciò che conta davvero. Il Signore ci esorta oggi perché vuole evitare che, arrivando alla fine della nostra vita, ci accorgiamo troppo tardi di averla sprecata per noi stessi invece che averla fatta fruttare donandola a qualcuno.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi