Medita
Gesù critica le persone per le quali la preghiera era una ripetizione di formule magiche, di parole forti, rivolte a Dio per obbligarlo a rispondere alle loro richieste e necessità. Chi prega deve cercare in primo luogo il Regno, molto più degli interessi personali. L’accoglienza della preghiera da parte di Dio non dipende dalla ripetizione delle parole, bensì dalla bontà di Dio che è Amore e Misericordia.
Lui vuole il nostro bene e conosce i nostri bisogni, prima ancora delle nostre preghiere. Non sprechiamo parole, ma facciamo nostra, intensamente, la preghiera, l’unica, che il Maestro Gesù ci ha consegnato in eredità; in Gesù riscopriamo il vero volto del Padre: esultiamo anche noi nello Spirito vedendo quante cose egli compie nelle nostre povere vite! E affidiamogli ancora e ancora la nostra vita.
Per riflettere
Gesù dice “rimetti a noi i nostri debiti”, ma oggi noi diciamo “perdona le nostre offese”. Cosa è più facile: perdonare le offese o rimettere i debiti? Come siamo soliti pregare il Padre Nostro: meccanicamente o ponendo tutta la nostra vita ed il nostro impegno nelle parole che pronunciamo?
Preghiera finale
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
(Salmo 96)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi