Oggi, per la maggior parte di noi, questa parabola sembra un controsenso. L’intera economia si basa sul presupposto che il tempo sia l’unica misura che usiamo per assegnare un valore. Al massimo, le tariffe variano in base alla capacità produttiva di ciascuno. Se sei un medico e guarisci molte persone grazie alla tua competenza, il tuo prezzo orario sarà alto; se la tua professionalità è scarsa e molti sanno fare il tuo lavoro, probabilmente il tuo prezzo orario sarà basso.
In generale, gli stipendi vengono definiti sulla base di “quaranta ore settimanali”. Quindi sembra del tutto naturale, anzi giusto, che coloro che hanno “sopportato il peso della giornata e il caldo” si lamentino. Secondo la nostra economia, essi hanno diritto a una ricompensa maggiore. In questa prospettiva, il primo sentimento che emerge è considerare il Padrone della vigna come ingiusto.
Tuttavia, non è così. La legge di Dio non segue la legge dell’economia. È la legge secondo cui gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi. Perché c’è solo una retribuzione: il Regno dei Cieli. I lavoratori della vigna, che arrivino all’alba (l’inizio della vita), a metà giornata (la giovinezza) o alla sera (in tarda età), potranno solo ricevere la stessa ricompensa: l’ingresso nel Regno. Nel corso dei secoli si è spesso discusso su quale Santo fosse più santo degli altri, ma questo è il ragionamento del nostro mondo. Un Santo è colui che entra nel Regno dei Cieli, sia che sia entrato per primo, sia che sia entrato per ultimo. A occhi di Dio, siamo tutti uguali.
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Quindi, forse non dovremmo solo essere contenti, ma addirittura felici nel vedere che durante la giornata altre persone, che magari fino a poco tempo prima ci denigravano o ci ignoravano, si uniscano a noi nella vigna? Oggi, il Santo non è solo colui che entra nella vigna, ma è anche colui che gioisce nel vedere che dopo di lui altri lo seguono e solo così il lavoro di molti nella stessa vigna diventa sempre più lieve.
Per riflettere
Quanto siamo egoisti e ci teniamo dentro la convinzione di avere il privilegio di essere tra i pochi frequentatori della vigna? Quanto gioiamo quando uno che per noi non fa parte della Chiesa compie azioni giuste seguendo la legge universale dell’Amore? Quanto siamo gelosi del nostro rapporto con il Signore e vorremmo tenerlo solo per noi?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi