Nel vangelo di oggi Gesù lancia una critica molto forte verso scribi e farisei, definendoli “ipocriti”. Gesù disvela la doppiezza di alcune autorità giudaiche che, anziché insegnare per favorire l’ingresso dei fedeli nella vita eterna, parlano e agiscono in modo tale da condannare chi li ascolta alla più mesta lontananza da Dio. Il “guai a voi” pronunciato da Gesù non va interpretato come una minaccia, ma come un lamento che il maestro fa verso coloro che dovrebbero aprire le porte del regno dei cieli al popolo e invece le chiudono.
Qui c’è la sofferenza, il dolore di Gesù verso il tradimento della Parola di Dio. Così anche il giuramento che viene richiesto dalle “guide cieche” per l’offerta, l’altare, il tempio o il cielo, smaschera l’incapacità di vedere oltre il piano legalistico di una coerenza di fede basata su timori e paure. Al centro delle nostre parole e azioni c’è un significato ulteriore che può essere visto solo con gli occhi della fede (cioè con sguardo di fiducia, speranza e amore) e questo significato può essere donato solo da Colui che abita il tempio del nostro cuore.
Per riflettere
Con quali occhi guardo me stesso, gli altri, Dio? Con occhi giudicanti, che vogliono ingenerare senso di colpa, o con occhi limpidi, pieni solo della fiducia che viene dal sapere me e i miei fratelli creature amate?
Preghiera finale
Donaci, Signore, occhi per vedere le necessità del mondo
e un cuore per amare l’universo che tu ami. […]
Donami la tua luce per riconoscere i tuoi segni.
Donami di conoscerti negli altri e di conoscere
in loro la tua voce e i tuoi desideri.
Signore, ho bisogno dei tuoi occhi: dammi una fede viva. […]
Ho bisogno del tuo soffio: dammi la tua sapienza,
per me e per la tua Chiesa.
Dammi la capacità di compiere pienamente
ciò che tu mi chiedi.
(Leo Jozef Suenens)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi