La scienza è riuscire a distinguere i segni per capire la natura, per prevedere ciò che ci farà vivere meglio nel tempo che ci è dato. Gesù chiede: “Come mai non sapete discernere questo momento?” La parola “momento”, in greco “kairòs”, indica “il momento opportuno”.
Per il bene il tempo opportuno è esattamente il momento delle conflittualità, il momento in cui il male viene fuori. Non dobbiamo aspettare tempi migliori. Il tempo propizio, secondo quello che è la lettura del Vangelo, è quando c’è la difficoltà, l’ostacolo; il momento di crisi si supera, si va oltre e si progredisce.
Quindi non aspettiamo i tempi migliori, perché potrebbero essere quelli della finta pace che i padri del deserto chiamavano pax perniciosa (nociva/malvagia), cioè la continua ricerca di stare in pace che nasce dal nostro egoismo.
Fino a quando non vedo il male che è dentro il mio cuore e non me ne accorgo, il male mi domina. Quando ce l’ho davanti è il momento opportuno per affrontarlo e, anche se ne esco sconfitto, chiedo perdono. Qual è stato il momento della salvezza? È stato il momento della croce. Lo diciamo sempre: “Ci hai redenti con la tua croce”; quando noi abbiamo fatto il massimo male di togliere la vita a Gesù, Dio ha inventato il massimo bene: ci ridona la vita. Cosa vogliamo di più?
È proprio nel male che si vince il male con il bene (Rm 12, 21), e non è in un altro mondo che vivremo bene, ma in questo mondo di conflittualità siamo chiamati a vivere per discernere lo spirito del Signore, giorno dopo giorno, con i nostri limiti, le nostre difficoltà. Il nostro tempo è il luogo della conversione. (dalla Lectio 69 di padre Filippo Clerici e padre Silvano Fausti)
Per riflettere
Preghiera finale
Nel silenzio
ascoltiamo lo spirito di Dio
che è presente in mezzo a noi.
AUTORE: Maggiorana e Lorenzo Mastropietro
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi