La parabola del figliol prodigo รจ la rappresentazione del processo che dal peccato porta alla conversione, culmina con la misericordia del Padre e si conclude con la festa per il ritorno. Il peccato si manifesta come un allontanamento dal Padre, ed รจ preceduto da una richiesta volontaria che divide il patrimonio ereditato.
In questo caso il patrimonio non รจ da intendere come qualcosa di materiale, ma รจ l’ereditร della storia ricolma di bene che il Padre ha raccolto per noi. In altre parole, il patrimonio ereditato รจ la nostra capacita di amare. Il peccato consuma ed esaurisce il flusso di amore che riceviamo, portandoci a vivere come i servi di un padrone.
La conversione ed il ritorno sono le chiavi per ricostruire la nostra capacitร di amare. Troveremo infatti il Padre giร pronto a fare festa, oltre ogni nostra aspettativa. Egli ci riconosce da lontano, ha compassione, si mette a correre per un abbraccio che consola e perdona. ร significativo come il Padre indica una festa per tutti al ritorno del figlio.
Questo anche perchรฉ comprende che il figlio ritornato, dopo essere stato perdonato da Lui, deve ancora perdonare se stesso. La festa รจ un invito a vestirsi di abiti nuovi, a ricominciare a vivere traendo insegnamento dai nostri errori, imparando la comprensione degli altri nel pieno perdono di se stessi. Il rischio รจ di dimenticare e ricadere nelle parole del figlio maggiore, che rimane incredulo, seppur nella casa del Padre da molto tempo.
Le lettura di questo brano nell’anno del Giubileo รจ un invito ad accostarci al Sacramento della Confessione con la fiducia che troveremo il Signore che ci aspetta e non vede l’ora di abbracciarci di nuovo.
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Per riflettere
Riusciamo a fare festa e a gioire della nostra resurrezione quando siamo perdonati? Siamo capaci di esercitare misericordia verso il prossimo, il fratello che ci รจ vicino?
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi