Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2022

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Colpisce in questa parabola l’enormità del debito che il servo aveva accumulato verso il re, e colpisce la convinzione del servo stesso di poter in qualche modo restituire col tempo quanto dovuto al padrone. Il debito non era restituibile perché enorme, e l’unico modo che il re aveva di risolvere la questione era seguire la giustizia terrena, che reclamava la schiavitù del servo e della sua famiglia, oppure seguire la legge dell’amore, che concedeva il condono dell’intero debito.

Il re, lo abbiamo letto, decide per il condono, perché ama il suo servo e lo vuole libero, libero da ogni schiavitù conseguenza del grande debito. Noi potremo mai liberarci dall’enorme debito che abbiamo col Signore, un debito enorme come il nostro peccato? Il peccato è un debito che non possiamo ripagare perché troppo grande per le nostre forze, quindi possiamo solo rivolgerci al Signore implorandolo di cancellarlo attraverso il sacramento della riconciliazione.

La Chiesa Cattolica insegna che la remissione dei peccati avviene per misericordia di Dio se siamo nella condizione di essere veramente pentiti e intenzionati, con la grazia di Dio, a non commetterlo più. La Chiesa sa che in assenza di queste due condizioni non potrà esserci la vera conversione del cuore. Senza una vera conversione del cuore non possiamo essere toccati e rigenerati dal perdono ricevuto, e finiremo prima o poi per comportarci come il servo della parabola.

Perdonati, anziché conformarci al Signore e diventare un piccolo riflesso dell’amore di Dio, continueremmo a vivere la vita vecchia e a ragionare secondo la giustizia del mondo decretando in maniera definitiva la nostra condanna.

Per riflettere

Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. […] Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. (1Pt 1, 18–19; 2, 24).


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Monica e Giuseppe Lami
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi